Le sfide del Servizio Sanitario Nazionale: Intervista all’On. Vito De Filippo

Le sfide del Servizio Sanitario Nazionale: L’esperienza dell’On. Vito De Filippo

Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute


A cura di Claudio Pio Clemente

Quali sono le sfide che oggi il sistema sanitario nazionale deve affrontare?
La gestione della politica sanitaria italiana per la sua impostazione, decisa nella Costituzione, deve normativamente essere universale ed equa. Questa architrave dei nostri diritti si dovrà misurare nei prossimi anni con due questioni chiave, due concetti guida per l’attuazione concreta dei principi dello stato sociale: la sostenibilità e l’uniformità del SSN. I cambiamenti della piramide demografica del nostro Paese, la crescita dei bisogni, l'introduzione tumultuosa di farmaci innovativi pretendono percorsi nuovi sul fronte dell'efficienza, dell'appropriatezza e dei parametri standard nella organizzazione della rete ospedaliera, dei servizi territoriali e dell'acquisizione di beni e servizi.
Non è più tollerabile questa grande differenza tra i diversi sistemi territoriali, gli italiani devono essere trattati tutti allo stesso modo, per evitare il fallimento del regionalismo e del principio di sussidiarietà da cui questo trae origine. Il grande orizzonte della ricerca biomedica costituisce un altro pilastro di questa importante sfida. Negli ultimi due anni le scelte del Governo stanno andando in questa direzione. Scegliere cosa fare ancora e decidere su come allertare tutti i decisori pubblici in questa difficile prospettiva sono le incombenti domande alle quali dobbiamo provare a rispondere.
Nel contesto del servizio sanitario nazionale e in modo più estensivo nell’assistenza alla persona, si sta assistendo ad una significativa evoluzione delle componenti organizzativo-assistenziali conseguenti all'oggettivo manifestarsi di alcuni fenomeni, legati in particolare all'aumento dell'età media, nel contesto di una popolazione con sempre maggiore fragilità diffusa e incidenza delle malattie cronico-degenerative, a cui si associa il dono di una notevole evoluzione scientifica e tecnologica, frutto della fatica e della genialità di tanti italiani che purtroppo continuano ad allontanarsi dal territorio nazionale.
Le sfide che dovranno essere affrontate nell’immediato futuro dal Sistema Sanitario Nazionale sono tutte centrate sulle concrete esigenze di garantire maggiore sostenibilità, equità, appropriatezza, efficacia, efficienza, incluse nel raggiungimento degli obiettivi di sistema indicati nel PSN e dai rispettivi Piani Sanitari Regionali.

Come ha affrontato e sta affrontando il suo ruolo presso il Ministero della Salute?
Ho sempre pensato che la scienza medica sia volta ad aumentare la sicurezza degli uomini nella misura in cui tutela la qualità della vita e la sussistenza della vita stessa. In questi mesi di esperienza come Sottosegretario alla Salute mi sono convinto di come curare significhi cercare di migliorare lo stato complessivo di vita della persona, privilegiando questo scopo rispetto a qualunque considerazione di ordine  economico: queste valutazioni stanno occupando il dibattito politico sulla Sanità rischiando di diminuire quello che è il fine ultimo del nostro agire quotidiano, la tutela della salute e del benessere delle persone.

Cosa le ha dato questa esperienza?
In virtù del mio incarico governativo ho potuto constatare come l’impegno per realizzare sempre migliori politiche per la tutela dei cittadini si configuri oggi come una sfida sempre più impegnativa, situata all’interno di una realtà normativa e istituzionale sempre più complessa e in continua evoluzione. La costruzione di sistemi di riduzione e controllo del rischio e di presidi che tutelino più efficacemente possibile la qualità della vita umana è da coniugarsi con un cambiamento di rotta della politica assicurativa in Italia, da intendersi in primo luogo  in senso professionale nei confronti dei chirurghi che hanno bisogno di sicurezza per svolgere al meglio il proprio indispensabile e rischioso compito. So che possiamo contare su tantissimi professionisti sanitari che quotidianamente lavorano con sacrificio, passione e dedizione a questo scopo, spesso sottopagati, ma sono sicuro del fatto che essi potranno contare sempre di più in futuro sulle istituzioni che oggi io rappresento.

Che consiglio darebbe a un giovane che volesse interessarsi al tema della salute pubblica, in particolare al miglioramento della salute dei suoi concittadini?
Oggi è necessario un certo coraggio per intrapredenre con serenità una via che indubbiamente si presenta come ardua e difficile, per la sua selettività a tutti i livelli, come anche per le difficili prospettive di impiego.
E’ indispensabile che la politica dia concretezza alle proprie dichiarazioni programmatiche: dobbiamo ai nostri giovani studenti e aspiranti medici e professionisti della sanità risposte più concrete. E’ necessario valorizzare i piani di studio e sostenere la ricerca biomedica in Italia; non è più pensabile che i nostri migliori talenti prendano la via delle università all’estero perché in Italia la ricerca ha un bilancio di un’esiguità ormai intollerabile per gli standard dei paesi progrediti. Occorre limitare la fuga all’estero dei nostri giovani scienziati, medici, infermieri e professionisti sanitari: per far questo è fondamentale che i Ministeri in condivisione con le Regioni producano nuovi atti e strumenti di pianificazione, e promuovano occasioni di sviluppo che avranno di certo una ricaduta positiva sulla salute e sul benessere dei cittadini.

Una delle novità più rilevanti che giova menzionare è la ripresa della contrattazione collettiva nazionale in sanità, che cambia completamente lo scenario. In questi ultimi anni di moratoria contrattuale il Ministero della Salute ha messo a disposizione diversi tavoli tecnici che hanno elaborato con il concorso delle rappresentanze professionali e sindacali diverse proposte, che hanno avuto tanto consenso e una concreta realizzazione purtroppo inversamente proporzionale. Adesso con la prossima ripresa della contrattazione nella pienezza delle sue componenti normative ed economiche tutto questo potrebbe trovare attuazione nella sua sede più idonea cioè quella della negoziazione tra le parti.

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