Importanza dell’allattamento al seno
L'allattamento al seno rimane la
forma ideale di alimentazione per i neonati sani, nati a termine.
Il latte umano fornisce un
apporto nutrizionale ottimale per la crescita e lo sviluppo, soprattutto nel
primo anno di vita.
I primi 4-6 mesi di vita sono
caratterizzati da una crescita molto rapida, in particolare del cervello, e la
composizione degli aminoacidi e degli acidi grassi del latte materno è
particolarmente adatta a soddisfare queste esigenze.
Il latte materno contiene anche
agenti antibatterici e di prevenzione delle infezioni, tra cui le
immunoglobuline, che rivestono un ruolo importante per lo sviluppo del sistema
immunitario, soprattutto se la mamma è stata esposta a tali agenti patogeni
prima della gravidanza a ne ha sviluppato un immunità.
L’Organizzazione mondiale della
sanità (OMS) raccomanda l’allattamento al seno in maniera esclusiva fino al
compimento del 6° mese di vita.
E’importante, ove la madre possa
allattare al seno, che questa rimanga la scelta prioritaria anche dopo
l’introduzione di alimenti complementari, fino ai due anni di vita ed oltre.
L’alimentazione, com'è noto,
oltre a provvedere al soddisfacimento del bisogno fisiologico della fame, è
carica di valenze psicologiche. Essendo il cibo il primo rapporto che il
bambino ha con il mondo, particolarmente studiata è stata la modalità con la
quale il neonato viene alimentato. Così, per Winnicott, l’allattamento al seno
rappresenta la prima forma di comunicazione in grado di condizionare le
successive esperienze comunicative e relazionali. Non si tratta semplicemente
di offrire del latte ma di creare un legame.
Alla luce di queste osservazioni
scientifiche, sono molti i centri postparto che adottano il
rooming-in, ovvero la possibilità da parte della neomamma di avere sempre accanto
a sè e nella stessa stanza, il bebè, non solo per favorirne l’attaccamento al
seno ma per incentivare il legame madre-figlio.
Quest’ultimo rappresenterebbe,
infatti, un bisogno molto forte nelle prime fasi della vita, anzi il fattore
centrale del legame di attaccamento.
Secondo l’OMS (Organizzazione
Mondiale della Sanità) l’allattamento materno presenta notevoli vantaggi per il
bambino:
- l’allattamento materno è particolarmente adatto per soddisfare i bisogni alimentari ed emotivi del bambino: con il seno il neonato trova il nutrimento perfetto, facilmente digeribile per il suo corpo in rapida crescita, nonché l’amore e la sicurezza di cui ha bisogno per svilupparsi come persona;
- l’allattamento materno è la prima immunizzazione del bambino. Il latte materno contiene cellule vive e anticorpi che combattono i germi che minacciano la salute del bambino;
- i bambini allattati al seno sono meno soggetti a malattie respiratorie, gastroenteriti e otiti e, in generale, subiscono meno ricoveri ospedalieri rispetto ai bambini alimentati con latte artificiale;
- l’allattamento al seno è associato ad una minore incidenza di allergie e obesità. Poppare al seno favorisce nel bambino un più corretto sviluppo della struttura mandibolare e delle arcate dentarie;
- l’allattamento materno favorisce il legame madre-bambino, soddisfacendo e rafforzando il loro bisogno reciproco di stare insieme.
Diversi benefici sussistono anche
per la madre:
- allattare subito dopo il parto favorisce il ritorno dell’utero alle sue dimensioni prima della gravidanza e previene le emorragie;
- le madri che allattano al seno hanno un minor rischio di sviluppare il tumore alla mammella e all’utero prima della menopausa, nonché di soffrire di osteoporosi in età avanzata;
- il latte materno non richiede preparazione né sterilizzazione. Gratis e dovunque, è sempre pronto alla giusta temperatura;
- l’allattamento facilita la perdita dei chili in più presi durante la gravidanza;
- allattare al seno con successo può ridurre il rischio di depressione post-partum.
Tutto ha inizio dal neonato che
necessita immediatamente di instaurare una relazione con la mamma durante
l’esperienza della nutrizione. Si tratta in sostanza di piccole percezioni - il
contatto con la pelle, il calore, l’odore, il suono della voce – che cominciano
a dare un senso alla vita del bambino. Tanto più questo contatto si verifica in
modo armonioso, lontano da situazioni caotiche e stressanti, tanto più il
piccolo riceverà sensazioni di un mondo esterno sereno che vale la pena di
essere esplorato e vissuto. Sarà la fame del bambino a dettare la produzione di
latte nella mamma: tanto più esso si attaccherà al seno tanto più latte verrà
prodotto. Ma soprattutto è indispensabile che il bambino venga stimolato
precocemente a succhiare porgendogli presto il capezzolo. Da questo punto di
vista, infatti, l’istinto aiuta la coppia madre-bambino poiché il neonato
avendo iscritto nel suo patrimonio genetico il riflesso di suzione si attacca
senza indugio al seno della madre se posto nelle sue immediate vicinanze.
Il lattante possiede un
equipaggiamento neurofisiologico ben sviluppato fin dalla nascita a livello di
comportamento di suzione: il riflesso dei punti cardinali accompagnato dalla
rotazione della testa, il riflesso di fuga, il riflesso di suzione e di deglutizione
(accompagnati dai tentativi di prensione con le dita) rappresentano un’unità
motoria immediatamente funzionale. Il neonato, in principio, non succhia per
fame ma perché è come se sapesse che la suzione precoce permette:
- alle sue ghiandole di produrre gli enzimi digestivi necessari per i pasti successivi;
- all’utero della mamma di contrarsi evitandole così emorragie;
- alle ghiandole mammarie di essere informate di produrre il latte.
Quanto più precocemente i
capezzoli vengono stimolati dalla suzione, quanto prima arriva la "montata
lattea". Essa normalmente si verifica due, tre giorni dopo il parto e
implica un ingrossamento delle vene che assumono anche una colorazione intensa,
accompagnato da una sensazione di calore, qualche linea di febbre e una
tensione al seno che può acquietarsi solo con il lento e desideroso succhiare
del bambino. Ma l’allattamento è questo e molto di più. In una buona relazione
di allattamento la mamma impara a cogliere, anche inconsapevolmente, i segnali del
proprio bimbo – il tono muscolare, il tipo di respirazione, il livello di
vigilanza, il calore del corpo, l’afflusso di sangue – e il bimbo può fare
esperienza della realtà e del mondo che, nei primi giorni di vita, sono la
madre stessa. È normale che una mamma, all’inizio, non sia in grado di
sintonizzarsi con il suo bambino imponendogli un ritmo di alimentazione, con
arresti e riprese, che non è tipico del neonato. Ma, secondo Lezine, già dal
quarto giorno si produce una specie di adattamento reciproco tanto che la madre
prende coscienza del suo neonato come tale esprimendo una felice
armonizzazione. Affinché questo sia possibile è importante che la madre si
dedichi prevalentemente a osservare il proprio bambino. Osservare in una
modalità non passiva è fondamentale per creare quel clima emotivo di interesse
e favorevole al proseguimento della relazione
L’allattamento al seno è una fase
importante della vita della mamma e del bambino e per questo va rispettata e
seguita con attenzione, senza critiche o senza insinuare che il latte non sia
abbastanza.
E’importante lasciare che sia solo un esperto a consigliare la
madre in questa fase.
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